Il commercio elettronico cresce
La crescita c'è, e in alcuni settori, come il turismo, ormai l'Italia
è allineata ai Paesi più forti. Ma c'è ancora tanto da lavorare, e gli operatori non possono
perdere il passo.
L'e-commerce recita oggi un ruolo importante nelle dinamiche innovative del nostro Paese:
l'Italian e-Commerce Forum
vuole costituire uno spazio di riflessione e discussione sul commercio elettronico italiano. L'annuale osservatorio,
condotto da NETCOMM - Consorzio del Commercio Elettronico Italiano e dalla School of Management del Politecnico di
Milano con il contributo di diversi partner, propone una fedele fotografia dello stato attuale dell'e-commerce di casa
nostra.
Turismo sempre in testa
Analizzando i singoli dati presi in considerazione dallo studio, si nota che la distribuzione delle vendite per settori
conferma al primo posto il turismo con il 49% del mercato (+3% rispetto al 2006) ed una spesa pari a
2.600 milioni di euro. Per questo comparto diminuisce nell'anno in corso il tasso di crescita (da +55% annuo
nel 2006 a +38% nel 2007, mentre nel 2004 era stato +150%). Il progressivo rallentamento della
crescita è un segnale del raggiungimento di un elevato tasso di penetrazione sul totale retail (dal 7% del
2006 al 9% del 2007), non troppo distante da quello tipico dei principali Paesi occidentali.
Gli altri settori
L'Informatica ed elettronica di consumo è il secondo settore per valore di spesa: supererà i 488 milioni
di euro, con una crescita del 19% sull'anno precedente. A seguire, sono da registrare le performance di tutto
rispetto delle assicurazioni online (anche se nel 2007 il loro peso scenderà sotto il 10% dell'e-commerce
totale), l'abbigliamento e l'editoria, rispettivamente con 156 e con 131 milioni di euro e quote attorno al 3% del
mercato elettronico italiano complessivo. Il grocery, cioè alimentari e affini, si ferma a una quota di circa
l'1%.
Gli ordini attesi
Nel 2007 saranno evasi 15,9 milioni di ordini, il 14% in più rispetto al 2006, con un valore medio dello
scontrino di circa 245 euro, in crescita di oltre il 15% rispetto all'anno precedente. Oltre la metà degli
ordini dell'intero mercato online è da ricondursi, però, al comparto del turismo, che sfiorerà i 9
milioni nel 2007. Aggiungendo anche il comparto che comprende editoria, musica e audiovisivi (2,7 milioni di ordini
attesi) e quello dell'informatica e dell'elettronica di consumo (2,2 milioni di ordini per ciascun segmento), si
raggiunge l'86% del totale degli ordini online. Il valore medio degli ordini, invece, è molto variabile, dai
circa 452 Euro nelle assicurazioni ai 49 Euro nell'editoria.
L'export
Le vendite all'estero toccheranno quota 900 milioni di Euro con una crescita del 22% rispetto al 2006, e
arriveranno nel 2007 a pesare il 17% sul valore complessivo del mercato. In prospettiva, l'export potrebbe essere
uno degli elementi propulsori all'e-commerce italiano, contando sul prestigio, la qualità e l'originalità
del made in Italy. A fare da freno rimane, soprattutto per le aziende di nicchia o comunque per operatori di medie
dimensioni, il costo della consegna troppo elevato.
I pagamenti: nulla da temere
Nel 2007 il 70% degli acquisti online è stato pagato con carta di credito (il 97% nel settore del
turismo), il 10% tramite strumenti di borsellino elettronico come Paypal, il 7% con bonifico bancario e il
7% in contrassegno. Sono poi da considerarsi alcune altre modalità meno diffuse e specifiche di alcuni
settori, come i pagamenti a rate o i bollettini postali. Tra tutto, però, emerge con chiarezza un dato: gli
acquirenti non devono temere frodi. Infatti, se intese nella loro accezione pura e più verificabile come
disconoscimento della transazione da parte del cliente, rappresentano soltanto una quota marginale: su un transato pari
a oltre 5 miliardi, le frodi rappresentano lo 0,2% (circa 10 milioni di euro) in calo rispetto al 2006 in cui
erano lo 0,5%.
Le prospettive del settore
Il ritardo rispetto all'Europa e all'America rimane ancora notevole in tutti i reparti, con la sola eccezione del
turismo online. Da un lato, questo significa che le potenzialità di espansione futura sono ancora molto alte, ma
dall'altro non bisogna nascondersi le resistenze culturali ancora insite nelle transazioni online, dal concetto di
acquisto a distanza ai problemi legati alla consegna ai dubbi, tutti italiani, sull'uso dei pagamenti elettronici.
Anche le infrastrutture giocano la loro parte, con il ritardo della banda larga che non favorisce la diffusione di
Internet come strumento avanzato.
Le prospettive per gli operatori
Questi dati fotografano una realtà per forza di cose composita e astratta. Sta ai singoli operatori avere la
capacità di capire e cogliere le tendenze in atto a livello generale per intercettarle e sfruttarle in
riferimento alla propria condizione. Una prima analisi indispensabile è quella storica sulle proprie operazioni
di e-commerce, per valutare se negli anni e in riferimento alla propria categoria si è sotto, in media o sopra i
valori espressi in generale. Quindi, la conoscenza dei propri clienti diventa indispensabile per andare a preparare
offerte mirate sulle tendenze in atto. Dalla tendenza in atto, sembra più significativo puntare sull'innalzamento
della spesa dei clienti già acquisiti piuttosto che sull'acquisizione di nuovi clienti. Un'analisi delle
abitudini d'uso dei propri clienti sul sito può rivelarsi la scelta più efficace per un confronto reale
con la tendenza generale.
 |